“Volgendo lo sguardo indietro, mi accorgo di aver compiuto una prova che potrebbe essere comune a ogni essere umano ma che per i suoi vari aspetti rimane singolare, a volte sconvolgente e insospettabile”.
Il romanzo “Egomet” contiene, oltre a evidenti e copiosi riferimenti autobiografici, vari spaccati della cultura e delle tradizioni della Sardegna.
Riporto le recensioni presenti nel sito de La Caravella Editrice, che ringrazio per averle rese pubbliche
Sono Tuccia Zoroddu , una cuglieritana che ai tempi del suo soggiorno
tra noi, ho condiviso con Pietrino Pischedda  pratiche religiose,
interessi e amicizie. Ho finito or ora di leggere Egomet l’ultimo suo
libro. L’ho letto tutto d’un fiato trascinata dalla sua prosa piana
appassionata intensa. L’ho letto in una dolce sera d’inverno , vicino
al camino , immersa in una di quelle atmosfere che Lui conosce tanto
bene  e che ha descritto nel Suo libro con struggente nostalgia.
Scrivo queste note ,prima di tutto per ringraziarlo delle belle parole
che ha saputo trovare sul mio paese  e sui suoi abitanti, ma
soprattutto per  esprimergli  la mia stima e la mia ammirazione per
aver saputo scoprire il suo Io più profondo , per il coraggio con cui
ha saputo liberarlo dal ruolo che pregiudizi e convinzioni esterne gli
avevano cucito addosso , per averlo difeso e vissuto in modo
appassionato e tormentoso sino alla conquista di una serena dolente
maturità , illuminata dalla fede ,riscaldata da affetti terreni.  P.S.
Sono completamente d’accordo con Lui: l’accoppiata Acquario- Vergine
(sono un Acquario) è vincente su tutta la linea affetti amicizie
amori.
Prima presentazione del mio ultimo romanzo “EGOMET”

Un Commento

Una bella serata quella di ieri, in occasione della presentazione del mio ultimo romanzo EGOMET al Circolo Culturale Quattro Mori di Ostia Lido. Un pubblico numeroso, accogliente, simpatico ha seguito con attenzione e in silenzio la coordinatrice Dott.ssa Maria Antonietta Schirru, che ha fatto una panoramica dei punti salienti del libro, e poi l’On. Maria Gemma Azuni, che ha toccato molti aspetti della vita dell’autore, narrati nella sua autobiografia, nonché delle tradizioni e dei paesaggi della Sardegna descritti nell’opera. L’autore ha ringraziato  i due relatori e il pubblico presente, parlando anche della singolarità del titolo dato al romanzo e spiegando alcuni particolari della sua vita, velatamente esposti nell’opera. Eloquente è stato l’intervento del Dr. Elia Giallella e infine è parso doveroso da parte dell’autore ringraziare la Dr. Giuliana Giallella, sua sposa, per la presentazione fatta al romanzo. Un ringraziamento particolare alle signore del Circolo che hanno allietato la serata con il ricco menu di prodotti sardi.
Pietrino Pischedda
(Roma, 1 marzo 2015)
Valutazione

Pietrino Pischedda21/08/2016
Valutazione
Anna Maria22/11/2015
Valutazione Ho letto questo libro tutto d’un fiato, facilitata dalla prosa scorrevole e dal contenuto avvincente.
Elia Giallella01/04/2015
Allora ho cercato un’altra chiave di lettura: mi sono interrogato sul messaggio che ho percepito leggendo il libro, la morale che si può trarre dalla travagliata esistenza dell’autore e dal modo col quale ha affrontato le prove alle quali la vita lo ha sottoposto.
Il messaggio è duplice. Il primo è una testimonianza di fede, evidente dallo spirito con cui, fanciullo inconsapevole, affronta un percorso di vita voluto dalla famiglia per le aspettative che aveva riposto in lui. L’impatto è duro, reso da un’immagine emblematica: una sequenza di tunnel da attraversare. I tunnel, più o meno lunghi o larghi, evocano sempre buio, paure, angosce, oppressione, ma c’è sempre l’uscita, la luce, e Pietrino va avanti, non solo per obbedienza, ma anche nella consapevolezza che, se questa dev’essere la sua via, tracciata dal disegno imperscrutabile di Dio, sarà Lui a guidarlo e in Lui ripone la sua fiducia.
Il secondo messaggio che colgo dal libro è il coraggio: il coraggio di dare, nella maturità, una svolta radicale alla propria vita quando si è sentito libero di poter fare una scelta. Ma a fronte di una scelta c’è una rinuncia, che può essere altrettanto impegnativa ed anche dolorosa. Così è stato per Pietrino: la scelta di libertà ha comportato l’esilio dalla propria terra, per l’incomprensione dei familiari e i pregiudizi della gente.
Anche in questa circostanza il coraggio di affrontare la nuova vita lo trova nella fede, che lo sorregge e lo aiuta a superare nuove traversie esistenziali. Quando, anni dopo, ricorderà gli affetti che ha perduto, invoca la madre morta, e la sua preghiera assume toni lirici:
Mamma, non imputar a me quanto ti ho fatto, dopo la tua dipartita dalla mia casa, dalla nostra casa, ma alla mia sofferenza, alla mia solitudine, alla mia debolezza, alla mia miseria. Senza di te ho sentito il vuoto della casa, la mancanza di un sostegno forte, imperioso, rassicurante. Senza di te la mia vita è stata fuorviante, incapace di seguire miraggi più concreti e attraenti di quelli di questo mondo illusorio e non appagante. Ti chiedo di continuare a proteggere me, mia figlia e la mia sposa. Sono certo che questo tu farai, perché sei madre anche su in cielo.
Può essere letta come un misto di pentimento e di ricerca di comprensione, ma non c’è rancore verso colei che lo ha indirizzato in un progetto di vita che non era in grado di valutare, anzi, chiede ancora la sua protezione dal mondo della Verità. E, in effetti, nei sogni, la madre si mostrerà sempre benevola, luminosa, raggiante.
Non ho trovato nel libro rimorsi o rimpianti, ed anche questo conferma l’accettazione del disegno divino a lui assegnato; d’altra parte, nulla ha da rimproverarsi per una vita condotta con onestà prima e dopo, svolgendo con onore i doveri del suo stato e dando onore alla sua terra, anche se da lontano.
Concludo augurando a Pietrino di poter scrivere un’appendice a questo libro, una riconciliazione totale col passato, un ritorno alla sua terra, così come oggi presenta questo libro a voi conterranei. Può e deve tornare a testa alta e dire a coloro che ancora lo ricordano: qualunque cosa pensiate di me, io sono qui, in questa terra sono le mie radici, sono sempre rimasto uno di voi.

Risposta

Mille ringraziamenti ad Anna Maria Angioi, alla Prof.ssa Tuccia Zoroddu e ad Elia Giallella per l’ottima interpretazione del mio “Egomet”, che nel loro animo ha impresso un segno indelebile di comprensione e un accrescimento di quella amicizia già esistente. Il loro giudizio intelligente e critico ha dato una carica in più alla mia vita mai arrendevole ma fiduciosa in un futuro migliore. Un ringraziamento anche alla Redazione de La Caravella per questa opportunità di scambio tra autori e lettori.


Un contributo da profana.

lici, come la camminata dei fedeli durante la processione campestre che ho trovato carica di tenerezza.


Penso che scrivere la propria biografia non sia un’impresa facile, soprattutto quando si ha avuto una vita intensa e segnata da scelte sofferte e cambiamenti radicali come quelli dell’autore: tante le vicende da narrare, difficile scegliere quelle più rappresentative e soprattutto trasmettere l’importanza che hanno avuto nella scelta del sentiero finale quando ci si è trovato davanti a un bivio. Difficoltà che, secondo me, è stata brillantemente superata dalla scelta del raccontarsi attraverso il flusso di coscienza: le vicende della vita narrare attraverso le emozioni e le riflessioni e la determinazione a rimanere sempre se stessi nonostante l’apparente cambiamento. Traspare l’amore per i luoghi che lo hanno visto crescere e formarsi nella descrizione di dettagli apparentemente semp

Commento

È sempre difficile commentare un libro autobiografico, perché si rischia di scivolare in giudizi attinenti alla parte più intima della personalità dell’autore; ancor più mi è difficile parlare del libro di Pietrino Pischedda, persona che conosco e stimo.