VACANZE ABRUZZESI: Estate 2011 (di Pietrino Pischedda)
Vacanze Abruzzesi
Estate 2011
Dal diario di Pietrino Pischedda
23 luglio
Partiamo, consorte ed io, nella prima mattinata con destinazione Roccaraso, nota località turistica abruzzese, in provincia de L’Aquila.
La pioggia ci accompagna per tutta la durata del viaggio, 3 ore circa!
Al centro della cittadina ci accoglie un bellissimo hotel, che nella fattispecie rispecchia l’ordine e l’eleganza della Svizzera da cui mutua il nome, Suisse.
Dopo aver scaricato i bagagli ed esserci sistemati in camera, consumiamo un pranzo abbondante e piacevole all’interno della stessa struttura.
Nel pomeriggio non piove più. L’aria diventa frizzante ma gradevole.
Decidiamo di noleggiare una bici per parte e fare una lunga escursione sulle piste ciclabili che si snodano fuori dal centro abitato.
Durante il percorso respiriamo l’aura pungente che scende dai monti circostanti e gradiamo l’odore acre del fieno che qui viene imballato sotto forma di grandissime ruote.
La sera, la cittadina brulica soprattutto di turisti romani che si riversano nelle vie del centro animate da gruppi musicali e allietata dalle insegne colorate dei negozi, dei ristoranti e degli alberghi.
24 luglio
La giornata, già dal primo mattino, si presenta limpida e soleggiata.
L’invito a percorrere a piedi i vari sentieri che portano verso la montagna non ci coglie impreparati. Il proposito, infatti, di stare ogni giorno a contatto con la natura viene rispettato in maniera incondizionata.
Giungiamo alle 9.00 all’Ombrellone, zona periferica di Roccaraso e punto di partenza sia della seggiovia sia per i molteplici sentieri che spronano il turista alla scoperta di una natura incontaminata, ricca di faggi e di fiori di montagna dal profumo inebriante.
Percorriamo a piedi la strada asfaltata che porta al Campetto degli Alpini con l’intenzione poi di arrampicarci su in alto fino al pianoro dove è collocata una croce monumentale visibile da tutta la vallata circostante.
La parte finale cosparsa di fitta boscaglia e costituita da terreno ripido e insidioso ci costringe a ritornare sulla piana. Di qui scegliamo uno dei sentieri numerati per fare rientro in paese.
Il sentiero 105 ci porta alla località Quadrone, immenso anfiteatro naturale, circondato da una pineta rigogliosa e ristoratrice.
Lungo i sentieri e negli spazi aperti contempliamo molte specie arbustive ed erbacee: la ginestra, il ribes, il corniolo, la rosa canina, il ginepro, il prugno, il lampone, la fragolina di bosco, le campanule e le bellissime orchidee.
“Camminare per me significa entrare nella Natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le alte montagne sono per me un sentimento”. (Reinhold Messner)
25 luglio
Un’altra mattinata in bici, lunga, faticosa ma corroborante.
La prima tappa è a Rivisondoli, cittadina a breve distanza da Roccaraso.
Per arrivare al centro storico bisogna percorrere una strada ripida e tortuosa e quindi pedalare con non poco sforzo. Arrivati in cima, oltre al belvedere della parrocchiale con la sua bella torre campanaria che svetta sulle case colorate e domina l’ampio piazzale, si può ammirare tutto il tessuto urbano abbarbicato sulla collina a mo’ di presepe.
Dopo aver ristabilito un po’ le nostre forze, decidiamo di proseguire per Pescocostanzo, a pochi km dal paese che lasciamo.
Affrontiamo ancora una breve salita e quindi attraverso una lunga pedonale entriamo a Pescocostanzo, cittadina altrettanto interessante per il suo centro storico con la sua basilica secentesca e il Municipio che ostenta sulla torretta un vistoso orologio. Le case con le porte dalla bella fattura e dai colori anticati rendono magica questa città .
Per le strade lastricate si incontrano numerosi visitatori che rompono il silenzio tipico dei paesi di montagna.
La minaccia della pioggia annunciata ci costringe a riavviare i pedali e fare ritorno in breve tempo, stavolta in discesa, al nostro hotel, il cui nome – lo ricordo ancora – è Suisse.
Nel pomeriggio una visita alla chiesetta di s. Bernardino da Siena. Sull’architrave della porta d’ingresso leggiamo la seguente frase in latino:
Quod faciens iter hic sis Bernardine refectus
Rasidines renovant quod posuere Patres.
Anno Salutis MDCCLI
(Poiché durante il tuo peregrinare, qui, o Bernardino, ti sei ristorato,
i Roccolani restaurano ciò che i Padri hanno edificato.
L’Anno della Salvezza 1751)
(trad. Pischedda)
26 luglio
In mattinata, dato il tempo favorevole, rivisitiamo Rivisondoli percorrendo a piedi la pedonale, che dal Palaghiaccio, alla periferia di Roccaraso, porta direttamente alla località prescelta.
Percorsa la lunga gradinata, che dall’ingresso della cittadina conduce al centro storico, visitiamo la parrocchiale, dedicata a s. Nicola di Bari, costruita nei primi anni del ‘900.
Nel pomeriggio ci spostiamo col bus di linea a Castel di Sangro, a 12 km da Roccaraso.
Attraversiamo le vie del centro ricche di negozi e andiamo su in vetta alla collina, percorrendo dei tornanti a gradinata, dove è collocata la Basilica Collegiata. Non è però visitabile all’interno a motivo dei lavori di restauro in corso.
Scendendo ci soffermiamo in Piazza Plebiscito, spaziosa, quadrangolare, circondata da una grande terrazza belvedere, da una chiesa secentesca e da palazzi colorati.
Sul tardo pomeriggio facciamo rientro in hotel.
27 luglio
In mattinata andiamo a spasso per Roccaraso a goderci le vetrine dei negozi e ad intrattenerci con le persone che in questi gironi di relax abbiamo conosciuto.
Nel pomeriggio, con la macchina ci spostiamo a Sulmona, patria del poeta latino Ovidio. Questa città nel suo centro storico offre tante cose da vedere al visitatore: palazzi sontuosi, negozi copiosi, chiese numerose, piazze ampie lastricate, un acquedotto medioevale,
costruito nel 1256 sotto il regno di Manfredi, figlio di Federico II di Svevia e formato da 21 arcate, che circondano un immenso anfiteatro dove si svolge la giostra cavalleresca risalente agli Svevi.
Una leggera pioggia disturba la nostra visita mentre ammiriamo i confetti tipici di Sulmona, rinomati in tutto il mondo.
Nel tardo pomeriggio facciamo rientro in hotel.
28 luglio
Una mattinata all’insegna del camminare nel bosco percorrendo il sentiero 101 che dall’Ombrellone ci porta a Punta Rossa e da qui al Trampolino Roma, da cui la panoramica dei monti circostanti e delle vallate è mozzafiato.
L’umida terra per la pioggia caduta insistentemente tutta la notte e le foglie anch’esse mollicce che fanno da tappeto ai percorsi segnati sui tronchi dei faggi rendono più agevole il nostro camminare. Ci inoltriamo nella fitta boscaglia di faggi e di pini che rendono la Natura sacra.
I raggi del sole filtranti attraverso i frondosi rami sembrano incoraggiarci ad andare avanti per i saliscendi dei sentieri che dopo due ore finalmente ci riportano al punto di partenza, dove è posizionata la stazione della seggiovia che ci invita a non andare via ma a godere ancora dello spettacolo della montagna.
La seggiovia è là pronta ad accoglierci e dopo una decisione convinta e subitanea risaliamo, seduti, appesi ad un filo e sospesi nel vuoto.
Arrivati in cima, sostiamo un po’ e come astronauti sulla luna compiamo una breve passeggiata sulla terrazza naturale per contemplare un altro panorama che lascia il fiato sospeso. Vediamo i monti illuminati dal sole, scorgiamo in lontananza Rivisondoli e più in qua Roccaraso che ci aspetta per il pranzo meritato.
Ripercorriamo in seggiovia il tratto già fatto all’andata e poi a piedi arriviamo in hotel.
Dopo il pranzo e il riposo pomeridiano la giornata non è finita.
Roccaraso è turisticamente e culturalmente organizzata.
Alla periferia, in direzione Rivisondoli, il Palaghiaccio offre in questi giorni uno spettacolo quanto mai emozionante e divertente: vi si svolgono infatti i campionati nazionali di pattinaggio artistico con la partecipazione di circa 700 giovani.
Decidiamo di andarci. Restiamo là inchiodati per due ore ad ammirare gli artisti singoli o in coppia che pattinano con eleganza e bravura. Anche la musica che li accompagna è coinvolgente.
29 luglio
Il desiderio di rivisitare con più calma e tranquillità Pescocostanzo, del X sec., è troppo forte, per cui dopo colazione ci affrettiamo a prendere il bus di linea che in venti minuti ci porta a destinazione. Andiamo subito al centro storico, perché è là che si trovano i gioielli architettonici.
Arriviamo in breve tempo alla piazza su cui si affaccia la Collegiata di Santa Maria del Colle (XIV-XV sec.) che contiene al suo interno magnifiche opere d’arte: nella navata centrale il soffitto a cassettoni dorato e dipinto, realizzato da C. Sabatini intorno al 1680. L’interno si presenta a cinque navate suddivise da imponenti pilastri ed è frutto della ricostruzione seguita al terremoto del 1456. E’ ricco di marmi, altari intarsiati, soffitti lignei. In particolare ammiriamo sull’altare maggiore la statua lignea duecentesca, inoltre il battistero in marmi policromi e la barocca cancellata in ferro battuto, opera dei maestri Santo e Ilario di Rocco (1699-1705), che chiude la Cappella del Sacramento.
Sulla stessa scalinata della Collegiata si affaccia la chiesa di Santa Maria del Suffragio dei Morti, che presenta un portale secentesco, un soffitto a cassettoni in legno e un grandioso altare scolpito nel legno di noce, terminato da Ferdinando Mosca nel 1716. Sul retro della chiesa si può notare una porta murata, che evidentemente, attraverso una piccola gradinata, dava accesso alla chiesa, sul cui architrave si trovano in rilievo due teschi, con la seguente scritta:
NI SATIS EST NOSTRUM CUNCTI MISERESCITE CIVES(Se non abbiamo fatto abbastanza, voi tutti concittadini abbiate misericordia di noi)
(trad. Pischedda)
Ci dirigiamo quindi nella piazza successiva dove, dirimpetto alla Collegiata anzidetta, si erge il cinquecentesco Palazzo Comunale con la torre dell’orologio.
Un pausa al bar della piazza per un aperitivo e poi rientro a piedi fino all’hotel per il pranzo.
Il pomeriggio è dedicato tutto allo shopping.
30 luglio
“E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, ed i grandi
Flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l’immensità
Dell’Oceano, ed il volgere degli astri e si dimenticano di se medesimi”.
(S. Agostino)
Prima di ripartire per Roma, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia e quindi nella commemorazione dei nostri fratelli caduti nei campi di battaglia per amor patrio, sentiamo il dovere di salire con la macchina fino al M. Zurrone (circa 1600 mt ), sulla cui cima, al termine di una lunga gradinata, scandita dalle stazioni della Via Crucis, si trova un monumento con una croce altissima innalzata appunto alla memoria dei Caduti senza croce.
La giornata bellissima e soleggiata, da quella altezza, ci offre una visione paradisiaca: la Natura circostante e sottostante, con la panoramica dei boschi che nei giorni scorsi abbiamo attraversato e dei paesi che abbiamo visitato e ammirato, sembra invitarci a soffermarci più del dovuto, memori del pensiero di Julius Kugy:
“Non cercate nel Monte un’impalcatura per arrampicare,
cercate la sua anima”.
In verità noi lassù abbiamo ritrovato noi stessi e abbiamo dato la carica giusta e necessaria alla nostra anima, dopodiché ci siamo avviati per le strade tortuose della montagna e dell’A 24 per rientrare a Roma.